Leticia Scavuzzo Martinez, studentessa a settembre della Summer School, e la sua decisione di lasciare l’Argentina per iniziare una vita nuova
Quando scatta la molla di lasciare tutti quei fili che tengono legati a un posto per trovarne uno dove stare meglio? Sì, il luogo del cuore per rinfrancarsi e sorridere di gusto, specie quando la vita mostra il lato più oscuro, più doloroso, più difficile. Leticia Scavuzzo Martinez ha un gran bel sorriso. Esile, ha un tono di voce delicato, intervallato da punte di pensiero che scaccia via. Ha nell’anima una matassa che, giorno per giorno, sta sbrogliando grazie a tutto il suo coraggio che forse neanche pensava di avere dentro di sé. A inizio anno la separazione dal compagno. La decisione, rimandata più volte, di partire dall’Argentina per l’Europa.
“Era il momento di fare quel viaggio, poiché sentivo che dovevo iniziare una nuova vita”, dice. A marzo si è imbarcata su una nave da crociera. “Dopo cinque giorni, mia figlia Pamela mi ha dato una delle notizie più brutte: era morta mia madre. Ero in mezzo al mare. Mi trovavo sola, senza poter abbracciare i miei cari”. È in quella circostanza che la figlia le fa una promessa: quando Leticia arriverà in Spagna Pamela la raggiungerà appena potrà. Porterà con sé le ceneri della nonna e insieme le spargeranno nella terra natia. “Dopo due giorni che ero a Barcellona, sono stata derubata. Ho cominciato a visitare le cittadine spagnole. A Valencia, sono stata con mio fratello per qualche giorno. Poi ho ripreso il cammino. Ma mi sentivo sola”, confida mentre attorciglia le dita delle mani. Trascorre un mese a Ibiza divorata dalla solitudine, dalla tristezza per quel lutto, per quella separazione. Una valanga emotiva che rischiava di annientarla.
Poi l’arrivo di Pamela e il viaggio nel paesino d’origine della mamma, in Galizia. “Ci siamo messe vicino a una chiesa con le facciate ricoperte di conchiglie per poi cospargere in mare le sue ceneri”, sussurra. È stata questa anche l’occasione per fare un viaggio con la figlia: “Pamela è rimasta con me in Spagna venti giorni. Quando è partita, sono andata a Liverpool per seguire un corso di inglese. Era luglio: faceva freddo, pioveva sempre. Condizioni meteo che mi hanno portato a chiudermi in me stessa, in casa. È stata dura”. Per tirarsi su, contava i giorni che mancavano al suo viaggio in Italia.
La voglia di arrivare in Calabria
Prima ancora dell’Inghilterra, infatti, Leticia aveva trovato sui social il post della “Summer school” del progetto “Pitagora Mundus”.
“Non sapevo che la maggior parte degli studenti fosse argentina. Il programma mi ha attratto e mi sono iscritta per imparare l’italiano, conoscere persone, ritrovare me stessa. Ho pensato che forse in Italia avrei potuto concludere la mia ricerca sul posto del cuore. Arrivata a Belvedere mi si è spalancato il cuore”. E, pensando a quando, a settembre, ha messo per la prima volta piede in questo borgo antico che svetta sul mar Tirreno, dice: “Me incantò!”.
Parla della magia che vive incontrando e chiacchierando con le persone del posto: “Sono tutte accoglienti, gentili”. Stessa sensazione che prova durante le lunghe passeggiate nel centro storico: è come sentirsi avvolta da un abbraccio magico. A scuola sta imparando l’italiano, sta conoscendo altri studenti e studentesse qui per “migliorare l’idioma. Tutto quel che fa Pitagora è bellissimo. È un’esperienza di valore che dà spessore”, rimarca con tono soddisfatto.
Il 20 novembre, Leticia s’imbarcherà da Genova per far rientro a casa. “Voglio chiudere il cerchio, concludere tutte le cose burocratiche, fare le valigie e ripartire. Sto aspettando un segnale che mi indichi quale territorio diventerà casa. Non so se sarà la Calabria: stare qui a Belvedere mi piace tanto, mi riempie, colma quei vuoti. Ho dei progetti per me. Per prima cosa dipingerò: ho messo da parte per troppo tempo questa mia passione. E starò bene con me stessa. La mia valigia adesso è più leggera”.