Nel nostro albero genealogico, alcuni rami sono diversi dagli altri. Non tanto per la discendenza, ma per quella vicinanza emotiva che rafforza il legame. Un rapporto che va oltre la cuginanza, toccando le corde di creature che hanno sì lo stesso sangue, ma che sono diventati per scelta amici, fratelli, sorelle. Così è per Maria Soledad Pimstein Maino e Maria Teresa Espinoza Maino, cugine cilene, figlie di due sorelle. Due amiche, due complici, due amanti della lingua italiana, tanto da decidere di immergersi insieme nell’avventura della Summer School Pitagora Mundus. Un viaggio che dal Cile le ha portate nel borgo della Sapienza di Belvedere Marittimo.
Entrambe pensionate, sono appassionate di lingue. “Abbiamo pensato che per imparare meglio l’italiano, conoscere i modi di dire, la cultura e fare tanta pratica, era meglio venire sul posto. Mai sentito parlare, prima del Pitagora Mundus, di Belvedere Marittimo. Ora, invece, lo portiamo nel cuore questo paese e tutti i suoi abitanti”, dicono.
La distanza tra Cile e Patagonia non è poi così grande
Siamo in Piazza degli Artisti: da poco è conclusa la cerimonia con la consegna degli attestati a tutti gli studenti di settembre. L’ultimo mese dell’edizione 2023 della Summer School. C’è emozione nell’aria, mista a tristezza.
“Non abbiamo affatto voglia di partire né di lasciare gli altri. Abbiamo legato molto tra di noi, con i professori, con lo staff. Con alcuni compagni, forse ci vedremo. La distanza tra Cile e Patagonia non è poi così grande. È stata una splendida esperienza”, dice Soledad, che prima di andare in pensione ha lavorato nel settore dell’antiquariato. Questa è stata la prima volta, per lei, in Calabria. Mentre, Teresa – che per anni ha lavorato come professoressa – c’era già stata. “Ho fatto tappa a Tropea. Spero di tornare il prossimo anno qui, in questo borgo sul Tirreno cosentino, assieme a mio marito”, racconta con entusiasmo Teresa.
Belvedere ci ha accolte
Il loro nonno era di origini liguri. Figlio di quell’emigrazione che ha portato tanti italiani a metter su famiglia in tanti angoli del mondo. Lui scelse il Cile. “Abitiamo vicine. Siamo come sorelle. Anzi a volte ci scambiano per tali. Alcuni dicono che io assomiglio alla mamma di Teresa e viceversa”, spiega Soledad. “Facciamo tante cose insieme anche alle nostre famiglie. L’amore per le lingue rende ancor più forte questo rapporto. Cosa porteremo a casa? Sicuramente un italiano migliore di quando siamo partite! Assieme a nuove amicizie, all’accoglienza che ci ha riservato questa cittadina splendida, alla conoscenza della cultura calabrese e delle sue bellezze”, ribadisce Teresa.
Si guardano intorno. Stringono tra le mani l’attestato. Sorridono e pensano a quanti bei ricordi porteranno in Cile, in quel loro puzzle che tiene unito tutto.